Monna Nella e il diavolo. Una questione di punti di vista
Tra i documenti più antichi e preziosi del nostro archivio figurano quattro registri pergamenacei contenenti i nomi degli ascritti e delle ascritte alla Compagnia della Misericordia a partire dall’anno 1361.
Sono divisi per quartiere (San Giovanni, Santa Maria Novella, Santa Croce, Santo Spirito) e per genere, nella prima parte gli uomini e nella seconda parte le donne.
Detti registri compaiano già in un inventario del 1369 di cui qualche anno fa è stata curata l’edizione (cfr. attività editoriali, Dentro la Misericordia): “nella stanza ad entrare” si trova “una pancha” contenente
“i libri grandi di carte di pechora ove si scrivono gli uomini e femine della detta Chonpangnia” (p. 47)
Si tratta di registri di inestimabile valore perché contengono migliaia di nomi di uomini e donne ascritti all’Istituzione ognuno citato con il proprio nome di battesimo, il patronimico o, per le donne, il nome del consorte, eventuale nome gentilizio e/o indicazione della professione.
Questi dati così circostanziati ci permettono di conoscere da vicino i nostri “fratelli” e le nostre “sorelle” di antica data, alcuni dei quali ancor oggi famosi come, per citarne solo alcuni, il pittore Andrea di Buonaiuto, noto per le sue decorazioni nel “Cappellone degli Spagnoli” della basilica di S. Maria Novella, oppure Lorenzo di Piero de’ Medici, detto il Magnifico, o ancora Amerigo Vespucci temerario avventuriero e navigatore.
A vergare i nomi era uno scrivano, a questo specificamente designato dai capitani della Compagnia.
Per sottolineare l’importanza dei registri in questione fu deciso, in linea di quanto avveniva nei codici miniati di pregio, di trasformare alcuni dei capilettera, quelli considerati i più adatti allo scopo, in figure di vario genere: pesci, volatili, volti ed altro ancora.
Uno, in particolare, è il capolettera “N” della rubrica dedicata ai nomi delle donne del quartiere di Santa Maria Novella. Lo vediamo qui di seguito arricchito dal primo nome della lista: monna Nella:
A guardare con attenzione, nel capolettera “N” emerge un volto e, più precisamente, il profilo di un monaco identificabile dalla sua tonsura. Delizioso.
Ad altri è sembrato riconoscere nel capolettera il profilo di una donna, con frangia e berretto: monna Nella?
Tuttavia, osservando la stessa lettera “N” capovolgendola di 180°, il profilo magicamente si trasforma e diventa quello di un…diavolo con tanto di naso a punta e corna!
Una burla? un monito? chi sa…
Rimane il fatto che, a secondo del punto di vista, monna Nella (moNella?) mostra uno o l’altro volto, forse a ricordarci che le notizie di cui veniamo a conoscenza bisogna saperle collocare, per capirne il vero significato, nel “verso giusto” per non incorrere in errori valutativi o, come recita il simpatico detto, capire “fischi per fiaschi”.
Per noi dell’archivio monna Nella, con la sua “N” versatile, è diventata la nostra indispensabile compagna di viaggio!