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«Cervellino stracciabarba ovvero il Gran Ciarlatano europeo»

Come già ricordato nel link “Archivi negli archivi” la Misericordia di Firenze conserva, accanto al proprio archivio, anche carte e oggetti provenienti da altre realtà. Per la maggior parte si tratta di testimonianze pervenute per eredità o per donazioni e, non poche volte, riservano a chi le studia notevoli sorprese.

Questo il caso di un fascicolo settecentesco giunto in archivio grazie all’eredità di Marianna Pecchioni ved. Berti defunta nel 1896. Fra le sue carte anche quelle dei suoi antenati e, in particolare, quelle del padre Giacomo e del nonno paterno Gaspero Pecchioni. Quest’ultimo, così si evince dalle carte, aveva fondato assieme a Domenico Marzi ed altri la Stamperia dell’aquila nera di via della Condotta. La bottega, organizzata in varie stanze, una “dei compositori”, una “dei torchi”, una chiamata “scrittoio”, una adibita a “magazzino” e, a parte, la “casa dell’abitazione” nel Popolo di San Pier Gattolini, aveva al suo attivo la produzione di diverse pubblicazioni.

Fra le “spese di composizioni de’ libri e stampature” una, in particolare, ha attirato la nostra attenzione. Si tratta dei costi di produzione del “foglio”, ovvero periodico, dal singolare titolo «Cervellino stracciabarba ovvero il Gran Ciarlatano europeo» prodotto nel 1770. Secondo Rudj Gorian, esperto di storia della stampa, si tratta probabilmente del primo periodico umoristico prodotto e diffuso in Italia.

Uscito per la prima volta nel luglio 1770 consisteva in quattro pagine di testo diviso in due colonne.

Grazie ad una raccolta di documenti appartenuta all’erudito e collezionista toscano Giuseppe Pelli Bencivenni (1729-1808) disponiamo del primo numero di uscita del nostro «Cervellino».

Dalla lettura del suo manifesto editoriale si evince che voleva essere un periodico dichiaratamente divertente, di semplice intrattenimento e di facile lettura.

Infatti, si presentava così:

Cervellino stracciabarba detto volgarmente Il Gran Ciarlatano europeo

o sia

Del giudizio e dei cervelli degli uomini e

degli usi, abusi e disusi del mondo presente e della gran moda.

Foglietti curiosi e dilettevoli critico-morali

e periodici che si dirigono al pubblico in stile piano

ed intellegibile da ogni genere di persone

Il nuovo periodico era quindi rivolto a tutti, nessuno escluso, e si proponeva di trattare argomenti su vasta scala purché godibili. “Degli usi, abusi e disusi del mondo presente e della gran moda” dichiara apertamente, anche se non mancheranno i “morali insegnamenti” a conclusione di ogni uscita.

E così fu. Già il primo numero contenne un aneddoto nel quale un viaggiatore inglese generoso, ma “ipocondriaco”, si scontrava con un viaggatore francese, permaloso e irascibile, per via di una locandiera locale di bell’aspetto e che era rimasta turbata per il comportamento disdicevole degli ospiti stranieri. La situazione, che rischiava di degenerare, si risolse grazie all’intervento di una quarta persona, l’autore del racconto, che, tuttavia, rimane anonimo non rivelando né il nome né la nazionalità.

Commenta Gorian nel suo saggio:

All’aneddoto seguiva, come da programma, una riflessione morale: ogni “nazione” aveva un proprio “gran debole” e, pertanto, era necessario che, “in occasione specialmente in essere fuori di patria”, ogni buon cittadino si prodigasse per “mantenere appresso gli estranei non meno che appresso i nazionali, il decoro egualmente della propria persona, che della propria nazione” (Gorian, cit., p. 97)

L’iniziativa editoriale non ebbe grande successo, visto che del «Cervellino» ne uscirono che poche edizioni.

Rimane il fatto che il ritrovamento del registro di bottega dell’eredità Pecchioni con tutti i costi sostenuti dalla Stamperia l’Aquila nera di via della Condotta potrà servire, a chi ne vorrà studiare più ampiamente i retroscena contabili operativi, ad aggiungere qualche tassello in più alla ricostruzione dell’ambiente politico-culturale tanto vivace della seconda metà del XVIII secolo toscano nel quale il nostro «Cervellino» ha preso vita, seppur per poco.

Per approfondimenti si veda RUDJ GORIAN, Un frammento dalle filze giornaliere di Giuseppe Pelli Bencivenni: il «Cervellino Stracciabarba» in «Seicento e Settecento. Rivista di letteratura italiana», III, 2008, pp. 91-103.