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“Omaggio a Cosimo I. Cento lanzi per il Principe”. Mostra alla Galleria degli Uffizi nel 2019

03 Agosto 2022
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Un restauro, eseguito ad arte da Primo Biagioni e da sua figlia Silvia, delle serrature degli armadietti lignei settecenteschi posti in “Compagnia”, fino a non tanto tempo fa usati per riporre veste e rosario dei fratelli attivi, ha rivelato una “curiosità” di non poco conto.

Sede di piazza Duomo. Locale detto “la Compagnia” con armadietti lignei sui lati realizzati negli anni 1780-1782

Negli anni 1773-1780 il granduca di Toscana, Pietro Leopoldo d’Asburgo Lorena, decise di disfarsi di gran parte dell’armeria medicea, in primis dei corsaletti detti “alla pisana” caratterizzati da specifici decori, vendendola ai migliori offerenti. “In particolare durante la seconda vendita”, spiega Marco Merlo nel suo interessante contributo al catalogo della mostra intitolato Le armi dei Cento (pp. 45-51), “quando gli oggetti furono svenduti al prezzo del ferro vecchio, uscì dalla collezione un ampio numero di questi corsaletti da piede, alcuni dei quali usati come materiale di recupero da parte dei fabbri fiorentini, tanto che alcuni dei frammenti di petti di “pisane” sono tutt’oggi visibili negli armadietti della Misericordia di Firenze, tagliati e appiattiti per essere usati come piastre metalliche delle serrature” (cfr. foto).

Furono, infatti, proprio quelli gli anni del primo grande ampliamento della sede centrale di piazza Duomo ormai diventata troppo angusta per il numero di volontari in continuo aumento. Negli anni 1778-1782, grazie ad una cospicua eredità del sarto e capo di guardia Lorenzo Gabbuggiani, si decise di acquistare il locale adiacente per ingrandire la sede principalmente verso via dei Calzaioli. Una volta terminati i lavori di accorpamento, si procedette alla ridefinizione degli ambienti interni e al loro allestimento. Per quanto riguarda l’ampio locale di entrata, chiamata da tempi antichi la “Compagnia”, fu deciso di dotarlo di una serie di armadi lignei divisi in singoli comparti, ognuno con suo sportello, numero, serratura e chiave. Detti “armadietti” sarebbero stati a disposizione dei fratelli attivi per riporvi la veste nera, il cappello di feltro e il rosario, pronti per essere indossati durante il servizio. E così è stato fino a non molto tempo fa.

Le serrature furono commissionate al magnano Antonio Conti che dovette, dopo essersi procurato la materia prima – il ferro di cui parla Marco Merlo nel catalogo – concepire decine e decine di serrature con rispettive chiavi di cui ancora possediamo in archivio i disegni su un apposito registro.

Il meticoloso restauro di padre e figlia Biagioni, che qui ringraziamo, ha quindi permesso di scoprire che alcune placche, che oggi costituiscono parte integrante delle serrature, prima di essere trasformate dal magnano Conti con la tecnica del riuso – oggi, come allora, tanto apprezzato -, costituivano parti di corsaletti della ricchissima armeria medicea a disposizione della milizia in servizio.

Serratura realizzata dal magnano Antonio Conti nel 1782 per gli armadi di “Compagnia” della sede storica. Foto Andrea Ristori

Per maggiori informazioni: Omaggio a Cosimo I. Cento lanzi per il Principe, a cura di Maurizio Arfaioli, Pasquale Focarile, Marco Merlo, Gli Uffizi, Sale di Levante, 4 giungo – 29 settembre 2019, Firenze, Giunti, 2019

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