Nell’archivio storico della Ven. Arciconfraternita della Misericordia di Firenze esiste un fondo documentale, in gran parte inedito, formato dalle carte della famiglia fiorentina Gabbuggiani (secc. XVII-XVIII) i cui componenti hanno operato, con estro e passione, nel campo della moda fino a diventare “sarti di corte” degli ultimi esponenti di casa Medici.
Si tratta della storia di una famiglia di origini modeste che con coraggio, notevoli doti artistiche e una sorprendente capacità imprenditoriale ha saputo arrivare e rimanere a Corte.
La ricostruzione delle attività artistiche e artigianali degli uomini e delle donne di casa Gabbuggiani, dei loro viaggi tra Firenze e Parigi, costituisce un tassello significativo – ed emblematico – di quell’ingegno toscano, mescolato sapientemente ad operosità e passione creativa, che ha contribuito a rendere Firenze unica nel mondo.
Premessa
Il 22 marzo 1774 muore a Firenze Maria Vittoria Gabbuggiani, ultima esponente della sua famiglia. Rispettando le volontà del padre, Lorenzo Gabbuggiani defunto nel 1734, Maria Vittoria lascia il suo ingente patrimonio alla Venerabile Arciconfraternita della Misericordia di Firenze alla quale la sua famiglia era particolarmente legata da generazioni.
Oltre all’importante patrimonio immobiliare, la cui gestione e vendita permetteranno alla Pia Istituzione di compiere un decisivo salto di qualità, alla Misericordia arrivano anche tutte le carte di famiglia – registi, filze, libri di conti e carteggi – che, opportunamente raccolti, vengono deposti negli scaffali dell’archivio storico nella sede di piazza Duomo.
In un recente intervento di inventariazione dell’intero patrimonio archivistico della Misericordia, tali carte – per la prima volta dal momento della loro deposizione – vengono riprese in considerazione con l’intento di una loro schedatura.
E’ bastata una loro prima sommaria consultazione per far emergere di quanto esse siano generose di informazioni su vita ed operato dell’intera famiglia Gabbuggiani e dell’importante attività sartoriale. La loro sistematica lettura permette, infatti, di ripercorrere tutte le tappe che hanno reso grande, imprenditorialmente ma anche umanamente, una intera famiglia e della società – il clan dei Medici in primis – da loro frequentata e servita.
I dati in breve
I Gabbuggiani operano a Firenze dalla prima metà del secolo XVII in poi. Lorenzo Gabbuggiani è figlio di un umile vetturale di Bagno a Ripoli che, per questioni di lavoro, si sposta a Firenze. Lorenzo cresce in un ambiente familiare modesto e si avvia alla professione di sarto. Poco più di ventenne intraprende un viaggio di formazione recandosi a Parigi, punto di riferimento per i canoni della moda di allora (Versailles, moda di corte). Al suo ritorno nella città natale avvia nella centralissima via Vacchereggia, a pochi passi da Palazzo della Signorìa, una propria bottega di sartoria che avrà un notevole successo. Mastro Lorenzo, “vecchio” per l’epoca, cioè a 37 anni, decide di sposarsi e sceglie di prendere in moglie Marie Geoffroy, figlia di un mercante di tessuti parigino e, di professione, “sarta da donna”.
Insieme conducono una bottega che veste l’intera famiglia granducale, la loro servitù, musicisti e cantanti per tutte le occasioni (vita quotidiana, mascherate, balli, bruni, viaggi, spettacoli ecc.)
La coppia ha nove figli: alcuni muoiano piccoli/giovani, altri crescono e vivono a loro volta suggestive avventure (il musicista ad Avignone, l’incisore a Roma ecc.).
Il secondogenito, Giovanni (1690-1762), segue le orme del padre e su incarico granducale si reca a sua volta a Parigi dai nonni materni (spionaggio industriale). Da lì manda lettere a casa che raccontano una vita piena di (dis)avventure, permettendo al lettore di oggi di immedesimarsi nella vita quotidiana di un artigiano del tempo. Al suo ritorno sarà coinvolto nella sartoria Gabbuggiani e continuerà ad essere protagonista dell’estro fiorentino con tutte le implicazioni del caso.
Lorenzo Gabbuggiani, ad un certo punto della sua vita, decide di entrare a far parte della Confraternita della Misericordia con sede in piazza Duomo come membro attivo. Per anni presta regolarmente servizio ad essa partecipando ai “servizi di carità” verso i bisognosi della comunità. Da “novizio” diventa “giornante” e da “giornante” “capo di guardia”, un ruolo di grande responsabilità ed impegno.
Lorenzo, nel formulare le sue ultime volontà, per le quali lascia tutto alla sua famiglia, decide di aggiungere una clausola finale. Dovesse verificarsi il caso, improbabile, che i suoi figli non dovessero avere a loro volta eredi, chiede che l’ultimo figlio o figlia lasci tutti gli averi alla amata Misericordia.
E così avvenne…